Attrezzatura e tecnica sono solo l'inizio. È il fotografo che conta più di tutto.
John Hedgecoe
Definizione
In fotografia, il termine esposizione indica talvolta il periodo di tempo durante il quale l'otturatore della fotocamera rimane aperto nello scatto di una fotografia (vedi: tempo di esposizione); più spesso, in gergo tecnico, la stessa parola indica la quantità totale di luce che viene fatta giungere alla pellicola (o al sensore nel caso di fotocamere digitali) nel suddetto periodo. L'esposizione si misura in EV (Exposure Value, valore di esposizione) ed è determinata con l'ausilio dell'esposimetro. (fonte www.wikipedia.org).
Così come controllo la quantità di luce che arriva all'elemento fotosensibile attraverso il diaframma ed il tempo di esposizione, utilizzando una tanto stupida quanto semplice analogia ipotizziamo che la quantità necessaria di luce per esporre correttamente la mia pellicola o il mio sensore sia paragonabile al volume di un bicchiere.
Più il bicchiere è grosso più corrisponderà ad una pellicola poco sensibile e viceversa, quindi per riempire un bicchiere grosso (pellicola poco sensibile) avrò bisogno di molta acqua (luce).
Per riempire il nostro bicchiere abbiamo a disposizione un serbatoio ad una certa altezza, maggiore sarà l'altezza del serbatoio più vigorosamente l'acqua fluirà e questo rappresenta nella nostra analogia una scena molto luminosa viceversa minore sarà l'altezza più lentamente riempirò il mio bicchiere e avrò a che fare con una scena poco luminosa.
Dopo di ché io posso decidere il diametro del tubo con cui riempio il mio bicchiere ed il tempo in cui lascio aperto il rubinetto.
Quindi il diaframma corrisponde al diametro del nostro tubo ed il tempo di esposizione corrisponde a quanto tempo io lascio aperto il rubinetto.
La coppia tempo diaframma
Facendo una brevissima digressione matematica vediamo la formula dell'esposizione o EV.
Ove N rappresenta l'apertura focale e t rappresenta il tempo di esposizione in secondi.
Quindi se sto fotografando una scena in pieno sole diurno che normalmente ha un EV circa di 15 (ad ISO 100) utilizzerò un coppia di tempo e diaframmi il cui rapporto dovrà essere:
Tempo e diaframma rappresentano una coppia reciproca, se ora osserviamo la nostra macchina fotografica riusciamo a capire il motivo dei numeri che troviamo sull'obbiettivo e sui tempi
Ipotizziamo di fotografare una scena con una luminosità di 10 EV a 100 ISO, ipotizziamo di dover scegliere tra questi tempi: 1/30 1/60 1/125 e tra questi diaframmi: 2.8 4.0 o 5.6 facendo il nostro semplice calcolino vediamo che:
Ora so benissimo che qualcuno ha preso in mano la calcolatrice ed ha controllato, no non ho sbagliato i conti, 5.6 è un valore approssimato, dato che scrivere 5,6568542494923801 sulla macchina fotografica oppure indicare 2,8284271247461900 sarebbe stato quanto meno problematico!
Sostituendo semplicemente nella nostra formula i valori di diaframma e tempo di esposizione che troviamo nelle regolazioni macchina fotografica otteniamo sempre lo "stesso" valore di EV.
Questa proporzionalità vale anche per la sensibilità della pellicola che si misura in ISO.
1 Diaframma più aperto corrisponderà o ad un tempo più rapido o ad una pellicola meno sensibile, il tutto a step di una unità.
Da 100 ISO a 200 ISO userò un diaframma in più, quindi ipotizziamo da 2.8 a 4.0 oppure un tempo più rapido da 1/60 a 1/125 questo a pari condizione di illuminazione.
In questa tabella notiamo quanto esposto precedentemente, le coppie di diaframmi e tempi per una luminosità di 10 EV a 100 ISO sono 1/125 con f2.8, 1/60 con f4 e 1/30 con f5.6.
Sempre nella stessa tabella vediamo come per esporre correttamente una scena diurna in pieno sole ci serva con un diaframma pari ad f8 un tempo di 1/500 di secondo.
La domanda spontanea del neofita è "ma io uso l'esposimetro a cosa mi serve tutto questo sproloquio?"
E' vero che gli apparecchi fotografici moderni hanno l'esposimetro tuttavia fotografando è importante avere padronanza di questa semplice nozione:
Un click sulla rotella dei diaframmi un click sulla rotella dei tempi un click di ISO sono la stessa entità in termini EV, ma sul risultato finale rappresentano una grande differenza, questo "click" in termini fotografici si chiama STOP.
Passando da un diaframma 2.8 ad un diaframma 4 io scurisco la mia immagine di 1 STOP, passando da ISO 100 ad ISO 200 mantenendo inalterato tutto il resto schiarisco l'immagine di 1 STOP.
Ora so che, macchina fotografica alla mano, notate che tra 1/30 e 1/60 abbiamo anche 1/40 e 1/50, questi valori servono per avere incrementi più discreti di 1 STOP, nello specifico sono di 1/3 di STOP.